Festival TUTTESTORIE
ExMa' | 1-4 ottobre 2025
inVENTario
RACCONTI, VISIONI E LIBRI PER METTERE TUTTO A POSTO E NIENTE IN ORDINE
Cagliari e altri comuni dell’isola dal 30 settembre al 6 ottobre 2025
Ideato e organizzato dalla Libreria per Ragazze e Ragazzi Tuttestorie, e progettato in collaborazione con lo scrittore Bruno Tognolini, il Festival Tuttestorie si rivolge un pubblico di bambine e bambini, ragazze e ragazzi da 0 a 16 anni, con uno spazio di approfondimento e formazione dedicato al pubblico adulto. Il programma prevede appuntamenti con ospiti internazionali fra scrittrici e scrittori, illustratrici e illustratori, artiste/i, scienziate/i, atelieriste/i ed esperte/i di letteratura per ragazzi.
Da Cagliari (Exma, Basilica di S. Saturnino, Oratorio S.Lucifero, Libreria Tuttestorie, Mediateca del Mediterraneo, Biancospino Dispensa e Biblioteca di Sardegna Ricerche) il festival farà tappa a Carbonia (con le classi del Sistema Bibliotecario SBIS), a Isili (con le classi del Sistema Bibliotecario Sarcidano-Barbagia di Seulo) e nei comuni di Iglesias, Gonnesa, Sanluri, Quartu Sant’Elena, Selargius e Villanovaforru.
Incontri, laboratori, spettacoli, narrazioni, performance, mostre ed eventi speciali saranno dedicati nel 2025 al tema dell’INVENTARIO. Sarà un’occasione per ripercorrere e reinterpretare in chiave creativa i temi che hanno attraversato vent’anni di Festival (Domande, Disubbidienza, Bestie, Cambiamento, Notte, Segreto, Incomprensibile, Casa, Sorpresa, Extra, Coraggio, Legami, Desideri, Terra, Corpo, Viaggio, Tempo, Famiglie, Fine) e, allo stesso tempo, per guardare al presente e al futuro. Sarà un gioco di catalogazione, riordino, ricordo, pensiero, movimento, connessione su ciò che si è fatto in 20 anni. E dunque anche un’invenzione di ciò che vorremmo fosse Tuttestorie negli anni a venire. Ma anche un inventario del mondo, con uno sguardo su ciò che sta là e attorno a noi, evitando la dimensione autocelebrativa. E sempre in complicità con la grande comunità del festival, fatta delle bambine, bambini, famiglie, scolaresche, insegnanti, bibliotecarie al cui fianco viaggiamo da anni, ma anche editori, partner, istituzioni e ovviamente autrici, autori, artiste e artisti di arti varie, illustrazione in primis.
PASTA MADRE
All’antropologo Gregory Bateson la figlia chiedeva: “Papà, perché le cose finiscono sempre in disordine?” La gente si prende cura di metterle a posto, notava: ma nessuno si prende cura di metterle in disordine. È vero: ma allora che cosa è che le scompiglia? 1) Il vento del Caos? 2) Dell’Entropia? 3) Dei Mutamenti? 4) Della vita, che dato che è viva si muove e sposta le cose? Fatto sta che finiscono in disordine, e non si trova più niente. E noi come facciamo? Facciamo che, 1) se per le ore serve un orario, 2) per gli anni serve un annuario, 3) per le lampade un lampadario: 4) per trovare serve un trovario. Che in latino si dice “inventario”.
Gli inventari mettono in ordine le cose. E questo, pare, ci fa stare bene, o perlomeno un po’ meglio. Ma perché? 1) Perché così sappiamo quante sono le cose, e quali e dove, sapienza utile per molti motivi da ere infinite. 2) Perché abbiamo più spazio in testa: il disordine, dicono gli psicologi, anche se non lo vediamo fa un “rumore mentale” che a quanto pare ci toglie attenzione. 3) Perché noi stessi siamo ordinati: siamo organismi a simmetria centrale, due occhi, due mani, due piedi, qualcosa al centro, ogni cosa messa per bene al posto suo.
Sia coma sia, pare che fare inventari, contare e riordinare, faccia star bene. Molte bambine e bambini e anche grandi contano tutto: 1) i passi che fanno (magari pestando i bordi delle ombre); 2) le sedie che ci sono in una stanza; 3) le cose che devono fare – un bell’inventario in tempo reale con tanto di spunta: cibo al cane fatto, spogliarsi fatto, denti fatto, buonanotte fatto…
Anche i libri sono inventari, almeno in tre modi. 1) TUTTI I LIBRI SONO SPECIE DI INVENTARI. Soprattutto a) le storie, perché nella loro rete di righe e parole tengono bene in ordine le cose: dentro, quelle che servono alla storia, messe in fila per bene nella trama; fuori, tutte le altre. Però anche b) le poesie mettono a posto, come si vede nella Rima Inventaria del Festival.
2) CERTI LIBRI SONO INVENTARI VERI E PROPRI. a) Quelli che mettono in fila e spiegano animali, piante, rocce, genti, cose e posti. E poi b) gli alfabetieri, che mettono il mondo in ordine alfabetico, un bell’inventario di suoni anche lui. 3) CERTI LIBRI CONTENGONO INVENTARI. Come a) “Il GGG”, dove il gigante con un retino raccoglie sogni e li mette in barattoli allineati. O b) “Harry Potter”, con l’inventario delle cose da comprare per Hogwarts: 1 bacchetta magica, 1 calderone, 1 set di provette di vetro o cristallo, 1 telescopio, 1 bilancia d’ottone, 1 gufo, oppure 1 gatto, oppure 1 rospo…
Ci sono poi anche inventari burloni, che fanno finta di mettere a posto e invece mettono in disordine, come certe bambine e bambini, allineando cose che non c’entrano, o che lì non ci sono, o che non esistono proprio. Come il bizzarro inventario scritto da Borges che dice: “Gli animali si dividono in: a) appartenenti all’Imperatore, b) imbalsamati, c) ammaestrati, d) lattonzoli, e) sirene, f) favolosi, g) cani randagi, h) inclusi nella presente classificazione, i) che si agitano come pazzi, j) innumerevoli, k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, l) eccetera, m) che hanno rotto il vaso, n) che da lontano sembrano mosche…”
Che cosa vuole dirci, quel vecchio poeta saggio? Che c’è poco da fare inventari: sarà sempre tutto a posto e niente in ordine. Un bel lavoro di Sisifo. Come questo nostro Festival Inventario di Vent’Anni di Festival. Ci stiamo provando a mettere in fila le cose, ognuna nel suo cassetto: ma vent’anni di parole, figure, pensieri, invenzioni, canzoni e azioni e libri e libri e libri, se ne scappano da tutte le parti. Non ce la faremo mai. Né a parlare dell’Inventario in questo Festival, né a fare un Inventario di tutti i Festival. Però come bambini sulla spiaggia del Poetto, lì a far castelli che l’onda porta via, ci riproviamo e riproviamo ancora. Dài, coraggio, daccapo: “2006 Domande, 2007 Disubbidienze, 2008 Animali, 2009 Mutamenti…”
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